La frequentazione delle montagne lecchesi comincia alla fine dell’Ottocento. Per gli operai, che lavorano nelle città della pianura, questi monti, facilmente raggiungibili grazie alla costruzione delle ferrovie, sono un luogo ideale dove trascorrere il poco tempo libero a disposizione. In pochi anni fioriscono i club e le associazioni escursionistiche e si contano a centinaia gli appassionati che ogni domenica salgono lungo i sentieri delle Grigne.
I primi a passare dai sentieri alle rocce sono gli alpinisti provenienti da Milano, ma ben presto anche i lecchesi si fanno avanti e, negli Anni ’30 del Novecento, da Lecco escono alcune delle cordate più forti del mondo. Personaggi come Riccardo Cassin, Mario Dell’Oro, Vittorio Ratti e Gigi Vitali, grazie al fisico e alla volontà forgiati dal duro lavoro nelle fabbriche e all’abilità nel creare da sé chiodi e attrezzature alpinistiche, sono in grado di vincere le pareti più difficili delle Alpi, muovendosi con la stessa abilità sulle rocce strapiombanti delle Dolomiti, come sul ghiaccio e sul terreno misto dei 4000.
Dopo la tragica parentesi della Seconda Guerra Mondiale i lecchesi tornano a frequentare le montagne. In azione ci sono ancora i “vecchi” degli Anni ‘30, ma, soprattutto, c’è una nuova generazione pronta a mettersi alla prova sulle loro vie e a guardare verso nuovi orizzonti. Nel Dopoguerra sulle Grigne fa il suo apprendistato il monzese Water Bonatti, uno dei più grandi talenti dell’alpinismo di tutti i tempi.
Dopo la tragica parentesi della Seconda Guerra Mondiale i lecchesi tornano a frequentare le montagne. In azione ci sono ancora i “vecchi” degli Anni ‘30, ma, soprattutto, c’è una nuova generazione pronta a mettersi alla prova sulle loro vie e a guardare verso nuovi orizzonti. Nel Dopoguerra sulle Grigne fa il suo apprendistato il monzese Water Bonatti, uno dei più grandi talenti dell’alpinismo di tutti i tempi.