
Da sinistra: Riccardo Cassin e Carlo Mauri, due dei più celebri esponenti della tradizione alpinistica lecchese (Foto archivio Fondazione Cassin)

«Sono nato e cresciuto in salita [...] su un pendio scalinato a terrazze dove un tempo coltivavano l'orto e la vigna: un pendio esposto a mezzogiorno (perciò gli uomini e le piante maturano bene), che sale dall'incavo del lago e che continua a montare divenendo roccia”.
Così, Carlo Mauri, alpinista lecchese fra i più celebri, scrive nell’incipit del suo libro autobiografico “Quando il rischio è vita”, riassumendo, con poche e incisive parole, l'anima del territorio lecchese e della sua gente.

Una delle storiche industrie lecchesi della lavorazione del ferro, il laminatoio di Arlenico, Reparto fabbricazione catene da marina (Foto tratta da S. A. Acciaieria e Ferriera del Caleotto, Lecco 1936)

Laorca, uno dei quartieri a monte di Lecco, dove le rocce incombono sui tetti delle case (Foto Tiziana Rota)

Il Cerro Torre, in Patagonia, una delle più grandi conquiste dell’Alpinismo lecchese (Foto archivio Ragni della Grignetta – Ragnilecco.com)